Dieta per l’infanzia
Nel 2008, in tutto il mondo, un miliardo e mezzo di adulti e 170 milioni di bambini erano sovrappeso o obesi. Nei paesi ricchi, se non si produrrà un’inversione di tendenza, entro il 2050 il 60% degli uomini e il 50% delle donne potrebbero essere obesi. In Italia nel 2010 si stimava un 32% di adulti sovrappeso e un 11% obeso. Quanto all’infanzia, i risultati del 2010 dell’indagine Okkio alla salute confermano livelli preoccupanti nei bambini da 6 a 11 anni: il 22,9% è risultato in sovrappeso e l’11,1% in condizioni di obesità, con una spiccata variabilità interregionale, con percentuali tendenzialmente più basse nell’Italia settentrionale e più alte nel Sud (dal 15% di sovrappeso e obesità nella Provincia Autonoma di Bolzano al 48% in Campania). Immaginando queste stime per l’intera popolazione di alunni della scuola primaria, il numero di bambini in eccesso ponderale sarebbe pari a circa 1 milione e centomila, di cui quasi 400 mila obesi. Va bene, essere un po’ sovrappeso forse non è bello, ma perché tutto questo allarme sui giornali, in TV, nelle famiglie? Il fatto è che ci sono malattie che possono dipendere dal peso eccessivo: il diabete tipo 2, cioè il diabete degli adulti, e le malattie cardiovascolari, cioè ipertensione, infarto cardiaco e ictus cerebrale. Tutte patologie che si è sempre ritenuto essere scomodo patrimonio dell’adulto, con la nefasta conseguenza di aver trascurato l’obesità del bambino e rimandato ogni possibile intervento a data da destinarsi. Si contava sul fatto che, crescendo, il grasso sarebbe stato riassorbito dall’altezza e si riteneva (o si preferiva dire, per non aver seccature) che, comunque, non era proprio il caso di mettere a dieta un bambino: si lasciasse crescere in pace e “da grande”, se proprio non si fosse sistemato da solo, si sarebbe fatto il necessario. Quali sono i rischi a lungo termine? Oggi sappiamo che le lesioni delle arterie prodotte dall’obesità, e che sono alla base del rischio di malattie cardiovascolari dell’adulto, si sviluppano fin dai primi anni di vita. Inoltre un bambino obeso su quattro è affetto da quella che viene oggi definita la “sindrome metabolica”, che ha portato a un incredibile aumento dei casi di diabete tipo 2 in età pediatrica, e uno su due presenta un accumulo di grassi nel fegato (steatosi epatica) con un elevato rischio di ammalarsi di cirrosi epatica da adulto ma, se pur meno frequentemente, anche da bambino. Cosa possono fare, quindi, i genitori per migliorare l’alimentazione dei loro figli (e la propria)?